Premio letterario 2017 - Serata finale

 

Allora, allora...
Sabato sera 24 giugno (la notte delle streghe) ero a Cave per la VII edizione del Premio Letterario. 
Il settetto finalista era stratosferico, non dovrei dirlo facendone parte ma, giudicate voi.
Eppure, La vita a rovescio, e quindi Caterina e la Nuvola d'oro, hanno vinto. E il piacere è immenso, inutile dirlo, tanto più che è un premio popolare, i libri vengono letti e votati da circa cento lettori, quindi non ci sono giochetti, tombole o tre palle un soldo, no, le persone leggono e votano.
Ma, la vera meraviglia, è stata la serata in sé, l'accoglienza, il calore, la cura, la determinazione, la professionalità, il sostegno delle Amministrazioni Pubbliche (!!!), la trasversalità, la totale mancanza di snobismo, la creatività.
Oltre a tutto questo, mi hanno sbalordita con musica, performance di danza, buffet e torta (anzi tre) personalizzati per Caterina. Sì, la torta era una nuvola d'oro, davvero. C'erano persino Bradamante e Fiordispina, dipinte da una pittrice bella e sorridente. Mi hanno obbligata a mangiare la melagrana che decorava la torta perché mi porterà bene, dicono.
E io ci credo.
Una suora, a fine serata, è venuta a stringermi la mano e ringraziarmi, fra lo sbigottimento generale, e mentre lei mi stringeva la mano a me s'è stretto il cuore.
Ne sono felice, per Caterina, quella vera intendo, la Vizzani. E per tutte le creature, ciascuna a suo modo, nate a rovescio. Ai gomiti appuntiti a furia di farsi largo fra la folla pecorona, pecoreccia e ottusa. Fra quelli nati bene, al posto giusto al momento giusto, col pedigree perfetto e acconcio, col fiore al culo come le zucche, direbbe Evelina (quella delle fate).
A tutta la fatica del mondo.
Avanti Nuvole, alla riscossa. (Simona Baldelli)