Paolo Valentino - Tu salvati - Recensione di Giulia

Eccoci arrivati all'ultima recensione dei libri in gara della X edizione del Premio. Tu salvati di Paolo Valentino edito da SEM.

Per un istante ha il desiderio di voltarsi e a passo svelto tornare dentro il baretto, infilarsi oltre il biliardino, oltre il tavolino col mazzo di carte napoletane abbandonato, raggiungerla, prenderla per le spalle, dolcemente – anzi no, con forza e dirle: ”Galdina, vieni con me, andiamo a scuola. Si sistema tutto, lo sai”. Non lo fa…

Durante la fine degli anni ’90, in una provincia di Milano, una diciassettenne si toglie la vita gettandosi dal tetto di un edificio. È Galdina Castaldi, Miss Cesso del Liceo 1993, una ragazza considerata così sgraziata e antipatica che nessuno si stupisce del suo gesto. Quel suicidio, però, rappresenta una svolta dolorosa per la vita di altre persone. Arianna viene da una buona famiglia, ha ottimi voti a scuola, ma è piena di rabbia e in conflitto con la madre. Davide, un ragazzo solitario e silenzioso, ha un dolore di cui non riesce a parlare perché deriva da un male che è diventato per lui motivo di scherno. Carla ha custodito per troppi anni un segreto che ha paura di dimenticare. Bice Righetti è un’insegnante che ha perso l’amore per il suo lavoro e non ha simpatia per gli studenti, da anni si è chiusa in se stessa e non si accorge di ciò che le succede intorno.

Leggi tutto: Paolo Valentino - Tu salvati - Recensione di Giulia

Emanuele Altissimo - Luce rubata al giorno - Recensione di Giulia

Cari amici di Caffè Corretto, ecco la quinta recensione di Giulia. Luce rubata al giorno di Emanuele Altissimo edito da Bompiani

Anche nelle mie notti c’era posto solo per mio fratello. Lo seguivo mentre si allontanava nell’oscurità, gli correvo dietro. Lo tiravo per una spalla e urlavo la mia rabbia con la voce amplificata degli incubi. Lui però non rispondeva mai. Restava fermo con un sorriso spaventoso. Allora mi svegliavo in lacrime, pieno d’odio, del tutto inesperto di come può ridurti l’amore.

Luce rubata al giorno è un romanzo che parla di sentimenti e di dolore. A raccontare la storia di quell’estate che cambiò per sempre la vita di una famiglia è un ragazzo di 13 anni. Questo è il motivo per cui il linguaggio della narrazione è asciutto, concreto e privo di formalismi. Nel flusso di coscienza di questa giovane vita si avverte l’urgenza di raccontare qualcosa.
Olmo non è come i ragazzi della sua età, il dolore e la mancanza l’hanno privato della spensieratezza tipica della preadolescenza. Quelle piccole ingenuità nascoste tra le righe, oltre a suscitare tenerezza, assumono un valore fondamentale per capire e apprezzare la lettura.

Leggi tutto: Emanuele Altissimo - Luce rubata al giorno - Recensione di Giulia

Fabio Bacà - Benevolenza cosmica - Recensione di Giulia

Cari amici di Caffè Corretto, ecco la quinta recensione di Giulia. Benevolenza cosmica di Fabio Bacà edito da Adelphi.

«Il mondo è uno strano posto, e formalizzarne con una cerimonia la presa d’atto è il primo dei rituali d’ingresso a cui sottoporrei ogni nuovo arrivato. Non c’è aspersione di acque battesimali che possa eguagliare l’impatto salvifico di questa certezza: la vita è una faccenda incomprensibile e nessuna religione, superstizione o legge fisica è in grado di spiegarne il significato.»

Kurt O’Reilly vive a Londra dove dirige l’Istituto Nazionale di Statistica. Da qualche mese si trova ad affrontare una serie di eventi troppo fortunati. La buona sorte lo perseguita e anche le situazioni più difficili si trasformano in occasioni vantaggiose. Niente seccature quotidiane, inspiegabili promozioni sul lavoro, i guadagni si moltiplicano e le donne restano ammaliate dalla sua presenza. Un numero eccessivo di eventi favorevoli, al di fuori di ogni previsione statistica. Kurt deve capire cosa ci sia all’origine di questa macchinazione, perché la vita lo sta privando del brivido dell’incertezza.
E se a un periodo prolungato di benevolenza cosmica corrispondesse uno altrettanto lungo di malasorte?
Per dare una spiegazione a quanto gli accade, Kurt chiamerà in causa la logica, la statistica, la religione e la filosofia.

Leggi tutto: Fabio Bacà - Benevolenza cosmica - Recensione di Giulia

Niccolò Agliardi - Per un po' - Recensione di Giulia

Cari amici di Caffè Corretto, ecco la quarta recensione di Giulia. Per un po' di Nicola Agliardi edito da Salani

<<Le famiglie affidatarie. Stelle sparse nel buio. Una categoria giuridica per classificare persone che avrebbero voglia di dare affetto per sempre, ma accettano di offrirlo soltanto per un po’.>>

Una storia potente, quella di un genitore affidatario che decide di accogliere in casa un ragazzo con un cuore in frantumi. Niccolò ha 44 anni, è un uomo single e nessuna convivenza all’orizzonte. Federico è appena maggiorenne, è arrabbiato con il mondo e ha vissuto dieci anni in una comunità a nord di Milano. Entrambi odiano le bugie. Due generazioni che si attraggono, si respingono e si arricchiscono a vicenda. Due mondi che per un po’ si incontrano e convivono regalando momenti di comicità e tenerezza. Ma quando una ferita resta aperta le conseguenze possono essere devastanti e il passato può tornare a far male.
Insieme al libro dovrebbe esserci un’avvertenza: maneggiare con cura! Se è vero che in ogni storia c’è qualcosa dell’autore, in questo romanzo c’è la vita di due persone, almeno un po’, che provano a formare una famiglia, almeno per un po’.
Parlare di un libro ispirato a una storia vera non è mai facile, si spera di farlo con il giusto rispetto verso i sentimenti dei protagonisti; la regola fondamentale è astenersi dai giudizi e lasciarsi trasportare dalle emozioni. Il risultato è una lettura catartica e liberatoria, che fa cadere lo sguardo al di là delle colpe.

Leggi tutto: Niccolò Agliardi - Per un po' - Recensione di Giulia

Chiara Marchelli - La memoria della cenere - Recensione di Giulia

Cari amici di Caffè Corretto, ecco la terza recensione di Giulia.  La memoria della cenere di Chiara Marchelli edito da NN Editore.

<<Prima ci deve essere stato lo sguardo. Gli occhi di Patrick che sono diventanti attenti, allarmati. Dopo ci deve essere stata la voce, il mio nome ripetuto: Elena, Elena. Il mio nome che Patrick pronuncia quando siamo in mezzo agli altri o per dichiarare la mia presenza nel suo mondo. Sapendo che corrisponde a me, e quindi a lui.

Per dirlo lì, in quel modo, noi due soli, si deve essere accorto subito che stava accadendo qualcosa di grave.>>

Elena è una scrittrice, si trova nella casa a New York quando un aneurisma la colpisce mettendo a rischio la sua vita e il suo equilibrio. Grazie all’intervento tempestivo di Patrick raggiunge l’ospedale in tempo. Insieme decidono di trasferirsi in Francia, a Mézac, un paesino ai piedi del vulcano Puy de Lùg. Durante la convalescenza riceve la visita dei genitori, ma il soggiorno e la convivenza si rivelano più difficili del previsto. Mentre qualcosa ribolle nell’intimità della protagonista, il vulcano si prepara ad eruttare.

<<Credo esista una misura di saturazione oltre la quale non si può andare. Nei sentimenti, nei pensieri. Colmi quella misura e, se non ti fermi, il corpo si ferma per te.>>

Leggi tutto: Chiara Marchelli - La memoria della cenere - Recensione di Giulia

Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio - Recensione di Giulia

Cari amici di Caffè Corretto, ecco la seconda recensione di Giulia.  Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino edito da Minimum Fax. 

<<Che ne posso sapere io che non l’ho visto mai e mai ci ho parlato. Io sono venuto dopo. A me mia madre mi diceva che io avevo gli occhi uguali ai suoi. Questo solo so. E fin da quando ero nu guaglione piccolo piccolo, e poi pure da più grosso, ogni volta che passavo davanti a uno specchio o una vetrina, sempre mi guardavo, ma solo gli occhi mi guardavo, per cercare di capire come era fatto mio padre, almeno la sguardatura, il colore almeno degli occhi suoi.>>

Liborio Bonfiglio è un personaggio che non si dimentica facilmente. È il pazzo del paese, quello che tutti deridono, ed è il narratore del romanzo di Remo Rapino. Nasce nel 1926, in un paese di cui non conosciamo il nome, vive con sua madre e non sa niente del padre da cui ha ripreso solo gli occhi. Quando l’unica donna che gli ha donato affetto muore, Liborio lascia la scuola e va a lavorare; da questo momento hanno inizio una serie di avventure che troveranno fine nel 2010.
A far compagnia al protagonista una panoramica di personaggi che incontra durante il suo lungo viaggio: dal paese in cui è nato va a Milano, poi Bologna, trascorre un periodo in manicomio, per poi tornare alla terra d’origine a passare gli ultimi anni della sua vita.

Leggi tutto: Remo Rapino - Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio - Recensione di Giulia

Alice Cappagli- Niente caffè per Spinoza - Recensione di Giulia

Abbiamo il piacere di ospitare una amica di Caffè Corretto, Giulia Velluti. Da oggi presenteremo le sue recensioni ai libri in concorso alla X edizione del Premio Letterario "Caffè Corretto - Città di Cave". Iniziare oggi in occasione della Giornata Mondiale del Libro è uno stimolo ulteriore alla diffusione della cultura che l'Associazione persegue con tenacia e ostinazione. Grazie anche al contributo dei nostri soci a cui oggi doniamo virtualmente un libro e una rosa come vuole tradizione di questa giornata.

 

Iniziamo con "Niente caffè per Spinoza" di Alice Cappagli edito da Einaudi. 

<La nostra immaginazione ingrandisce così tanto il tempo presente, che facciamo dell’eternità un niente, e del niente un’eternità.> Blaise Pascal

Lei gli legge i filosofi e gli riordina la casa, lui le insegna che nei libri si possono trovare le idee giuste per riordinare anche la vita. Perché lui è un anziano professore capace di vedere nel buio, lei una giovane donna che ha perso la bussola. E mentre il sole entra a secchiate dai vetri, mentre il libeccio passa «in un baleno dall’orizzonte al midollo, modificando i pensieri e l’umore», il profumo della zuppa di lenticchie si mescola ai Pensieri di Pascal, creando tra i due un’armonia silenziosa e bellissima. «Bisogna che io legga nelle cose piccole verità universali. Ma mi occorre la sua collaborazione», dice il Professore a Maria Vittoria. E non resta che dargli ragione, perché in fondo siamo tutti responsabili della forma che imprimiamo alla felicità, nostra e degli altri.

“Entrammo. La luce che c’era in quell’appartamento era la stessa del lungomare, feci fatica a non rimettermi gli occhiali da sole. Come si chiuse la porta, sentii sbattere usci da tutti i lati, e m’investì a mezz’aria anche un foglio di giornale. Pareva di essere sul ponte di una nave.”

Leggi tutto: Alice Cappagli- Niente caffè per Spinoza - Recensione di Giulia

Avrò cura di te

Il romanzo, scritto a quattro mani è ispirato alla rubrica “Cuori allo specchio”, tenuta da Gramellini sul quotidiano La Stampa.

Una storia come tante,nel primo livello di lettura, Gioconda (Chiara Gamberale) detta Giò, una trentacinquenne problematica e autoreferenziale in crisi matrimoniale chiede aiuto, come ultima spiaggia, all’angelo custode Filemone (Massimo Gramellini).

L’angelo spunta fuori quasi per caso da un biglietto di ringraziamento scritto dalla nonna di Giò, ritrovato dopo la sua morte riordinando le cose della defunta.

Condizionata dalla ricerca dell’Amore Romantico ed Eterno, come quello tra i suoi nonni, Giò considera la sua separazione come un fallimento totale. L’angelo (con la minuscola per Giò), una via di mezzo fra Babbo Natale e l’illusione ottica, risponde con solerzia e Amore (questo si, con la maiuscola) alla richiesta di aiuto di Giò, proponendole non risposte facili, bensì un percorso, spesso in salita, di crescita interiore.

 

Leggi tutto: Avrò cura di te

Per dieci minuti

“Per un mese, a partire da subito, per dieci minuti al giorno, faccia una cosa che non ha mai fatto”, consigliò la psicologa a Chiara, per superare un momento di difficoltà apparentemente insuperabile.

Il libro “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale è il diario di questo mese dipiccolesfide quotidiane; accorgimenti per ricostruire una vita che sembra andata in pezzi, per dimenticare di un sé non più attuale o forse solo per impegnare la mente, riempire un vuoto che sembra incolmabile, fare ordine.

Pochi minuti al giorno per ritrovare l’ispirazione, uscire dal bozzolo delle abitudini consolidate, accantonare la paura dell’ignoto e le convinzioni bloccanti, sorprendersi e scoprire che si può fare.

Non ho letto altro della Gamberale, l’ho solo ascoltata qualche volta alla radio(scoprendo molto tempo dopo che si trattava di lei); ho comprato questo libro perché mi ha incuriosita questa prova (cura?) dei dieci minuti e la lettura non mi ha delusa.

Leggi tutto: Per dieci minuti